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UN'OPERA LUNARE. Capitolo II: Nuda come nei sogni

 “Laboratorio di trascrizione filmica manuale” realizzato a Napoli presso Remida (Napoli), con Awen Films e Parallelo 41 Produzioni, per la realizzazione di un documentario su Elvira Notari, prima regista donna italiana, (febbraio 2025 - in corso).

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Concept

L’opera dimenticata di Elvira Notari è una lacuna/vuoto fertile da cui attingere per portare alla luce altre tematiche di genere che ancora oggi necessitano di essere discusse. Se in UN’OPERA LUNARE il focus era proiettato soprattutto sulla denuncia della dimensione lavorativa femminile, in “Nuda come nei sogni” è il corpo della donna a dilatarsi per diventare spazio di riflessione, ricerca e soggetto.

La deposizione e frammentazione dei corpi femminili è storicamente segnata dai dipinti delle lezioni anatomiche, ma la nascita del cinema e la conseguente esplorazione del visibile estende questa forma di appropriazione che trasforma il corpo in un dispositivo visuale. In particolare, il corpo della donna diventa l’oggetto prediletto di studio, conoscenza e piacere maschile, lo sguardo si fa più insistente e la macchina da presa, come un bisturi, incide il proprio desiderio e potere sul corpo, che si apre allo schermo come un nuovo paesaggio.

In “Utopie. Eterotopie” Michel Foucault scrive: “Il mio corpo è il contrario di un’utopia, è ciò che non sarà mai sotto un altro cielo, è il luogo assoluto, il piccolo frammento di spazio con il quale letteralmente faccio corpo... Il mio corpo è il luogo a cui sono condannato senza appello”; è proprio sull’autoaffermazione e riappropriazione di questo piccolo frammento di spazio femminile che si delinea il percorso laboratoriale e artistico, una superficie che è stata ingiustamente disposta al desiderio e allo sguardo maschile.

La negazione del corpo femminile converge con la morte autorale di Elvira Notari, e di tutte quelle registe “mute” escluse dal discorso d’autore, in questa circostanza la pratica del ricamo diventa un atto di “scrittura politica corporea”, un’azione che avviene su un doppio cadavere: il corpo di Maria (protagonista del film “Mandolinata a mare”, 1917) e il corpo autorale di Elvira Notari.



Laboratorio

La prima fase sarà quella di stampare su tessuto uno dei pochi fotogrammi sopravvissuti del film “Mandolinata a mare” di Elvira Notari.Il frame selezionato ritrae la protagonista Maria, morta durante l’incendio nel manicomio in cui era rinchiusa, seminuda e distesa su una tavola, in attesa che il suo corpo, già oggetto di osservazione maschile, subisca la brutalità fisica della lezione anatomica. L’intervento tramite ricamo, in questa precisa scena, sottrae il corpo dalla dissezione imminente e lo apre a un altro punto di vista e a una nuova manualità: non è più il chirurgo a intervenire ma chi partecipa al laboratorio, dilatando così la trama prevista a un nuovo spazio di possibilità.

Sarà stampata una copia del fotogramma per ogni partecipante (di circa 28 x 57 cm), per questo il laboratorio
si svilupperà con un duplice approccio intimo/collettivo: chi parteciperà avrà la possibilità di creare la propria mappa/visione sul corpo della protagonista, ma allo stesso tempo potrà confrontarsi e condividere con il resto del gruppo le proprie idee per la creazione di una narrazione collettiva.
In questo modo si andrà a realizzare una sequenza inedita, composta dalla stessa scena; una geografia dei corpi, un’alterità, in cui ogni frammento sarà testimonianza di un nuovo processo di riscrittura di un nuovo finale.

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